Waterloo, 200 anni dopo

Le spighe erano ancora da mietere, quel 18 giugno 1815. Intorno ai campi di Mont Saint Jean erano accampati più 300 mila soldati: quasi tutti francesi, inglesi, prussiani. I francesi la chiamarono la battaglia di Mont Saint-Jean, i prussiani battaglia di Belle-Alliance. Per il resto mondo è diventata la battaglia di Waterloo, uno degli episodi militari più famosi della storia. Dopo duecento anni il Belgio ricorda quello scontro con quattro giorni di rievocazioni, le più grandi di sempre. Dal 18 al 21 giugno ci saranno migliaia di figuranti e centinaia di cavalli per rimettere in scena la battaglia che in un pomeriggio di guerra ha ridisegnato la mappa di un continente.

Waterloo

Waterloo

Giusto per dare una rinfrescatina: la Francia di Napoleone, che in una decina d’anni aveva conquistato o esteso l’influenza in mezza Europa (sino alla Russia), fermava definitivamente la sua avanzata. Anche se Waterloo può far pensare a un campo di battaglia deserto, c’è molto da vedere. Nella cittadina c’è il Museo Wellington, dove il duca inglese, comandante delle truppe alleate opposte a Napoleone, installò il 17 e 18 giugno 1815 il suo Quartier Generale. Il museo con il quartier generale di Napoleone è invece poco fuori Waterloo ed è stato restaurato per l’occasione. Come la fattoria di Hougomont, dove si consumò una delle più violente lotte tra francesi e inglesi. C’è poi la Ferme de Mont Saint Jean, un birrificio dove viene prodotta la birra Waterloo, nata nel 1456 e rinomata per la sua bontà «che guariva i malati e infondeva coraggio ai soldati».

La “Butte du lion”, la collina costruita da Wellington per celebrare la vittoria degli inglesi, si vede già dall’autostrada. Il leone spunta tra geometrie di terre arate e distese di grano, campi di pannocchie e antiche fattorie. Fu creato con il ferro dei cannoni francesi recuperati dopo la battaglia, nel luogo dove il Principe d’Orange fu ferito durante i combattimenti. Per salire sulla cima ci sono 226 gradini: la vista è meravigliosa, ed è l’unico modo per capire davvero la grandezza della piana della battaglia. Il leone ha una zampa appoggiata sul globo e simboleggia la vittoria e la pace che l'Europa ha conquistato nella piana di Waterloo. Il paesaggio è rimasto quello di un tempo, con i campi di grano verde e le pannocchie che stanno crescendo.  Ai suoi piedi c’è il Memorial 1815, appena inaugurato, con la sua impressionante esposizione di soldati in marcia e il film in 4D per rivivere la battaglia.

Ma la battaglia, chi se la ricorda davvero? Ecco un breve riassunto, giusto da non far brutta figura. Mentre nel Congresso di Vienna si cercava di ristabilire la pace in Europa, Napoleone ritornò in Francia dall’ isola d’Elba. Fu il panico: austriaci, prussiani, russi e inglesi unirono le forze e crearono un esercito con più di 900 mila soldati. Gli eserciti si incontrarono nell’attuale Belgio: Napoleone aveva 120 mila soldati, gli inglesi di Wellington e i prussiani di Blucher, che aveva più di 70 anni, erano duecentomila.  La battaglia esplose alle 11.30 del 18 giugno, dopo una notte di pioggia che aveva tramutato i campi di grano in un mare di fango. Alle 21 la battaglia era già finita. Fu un massacro. Come disse Wellington «Niente, tranne una battaglia perduta, può essere malinconica come una battaglia vinta». Sul campo restavano diecimila morti e trentamila feriti. 

(anche su L'Huffington Post)