Fango, zanzare e marmellate di bufalo. Eppure mi trasferirei in Laos

Nei cento chilometri che separano l'ultima città vietnamita dalla prima città laotiana, Muang Khua, la vegetazione è così rigogliosa da render gradevoli le centinaia di curve che scavano i fianchi delle montagne. Il viaggio termina a Muang Khua perché termina la strada. Il fiume Nam Ou non ha ponti, solo acqua marrone e piroghe che aspettano passeggeri diretti a sud. Basta avvicinarsi alla riva, trattare con i barcaioli e aspettare che qualcuno vada nella stessa direzione: in tre ore di navigazione si arriva al primo villaggio nella giungla, Muang Noi.

Muang Khua

Muang Khua

Una striscia di case di legno spunta tra le montagne maestose, all'ombra di palme da cocco e banani. Non c'è elettricità, solo generatori con cui leggere un po' dopo il tramonto e farsi divorare dalle zanzare. Il cellulare non prende, non c'è nessuna strada. All'alba le montagne sono velate da nubi, appena si alza le nebbia - se ci si stufa di spiare le donne che lavano le vesti - si può andare a pesca insieme agli uomini del villaggio: in piedi, con l'acqua del fiume alla cintola e le reti pesantissime da lanciare a mano, un cappello a cono per ripararsi dal sole.

Muang Noi

Muang Noi

Muang Noi

Muang Noi

Un'ora di navigazione porta alla strada per Luang Prabang, l'antica capitale del Laos Patrimonio dell'Unesco dal 1995. Nella città ci sono trentadue templi buddisti, poche automobili, centinaia di monaci vestiti con le tuniche color zafferano e tanti bar dove dissetarsi con succhi di dragon fruit e gustare una delle specialità del luogo: il jaew bawng, una marmellata di pelle di bufalo essicata con il peperoncino (da "spalmare" su alghe di fiume essicate). Insomma, una roba deliziosa.

Il Mekong, Luang Prabang

Il Mekong, Luang Prabang

In poche ore di sawngthaew, un furgoncino con due panche nel cassone a far da sedili, si arriva a Vientiane, la capitale del Laos. La "città del legno di sandalo" ha soli 230 mila abitanti e un gigantesco Mekong che la separa dalla Thailandia. Basta una giornata di viaggio per arrivare nel sud del paese, alle "Quattromila isole". In questa zona il Mekong raggiunge la sua massima larghezza - 14 chilometri durante i monsoni - mentre durante la stagione secca si ritira e affiorano migliaia di isole, lembi di terra, lingue di sabbia.

Quattromila isole

Quattromila isole

Quattromila isole

Quattromila isole

Ho pensato a lungo che se dovessi scegliere un posto del sud est asiatico dove trasferirmi, le 4 mila isole sarebbero la mia prima scelta. Non è difficile capire perché. La vita nei villaggi di palafitte prosegue placida, noncurante dell'elettricità arrivata da poco. Gli uomini sono chini nei campi di riso, gli anziani dondolano sulle amache, i bimbi si lanciano nel fiume, tra farfalle grandi come uccellini. Tutto intorno, il Mekong. Un paradiso: basta ricordare di portare con sé tanti, ma tanti tanti, libri.

(anche su L'Huffington Post)